Sicuramente conosci già il limoncello di Sorrento, ti sarà capitato di berlo e di leggerne sulle guide turistiche e gastronomiche.
In effetti è forse il prodotto più conosciuto della penisola ma non l’unico degno di nota.
Sorrento è terra di agrumi, coltivati secondo antichi schemi che ne garantiscono l’unicità e anche le arance sorrentine meritano attenzione e fama.
Storia della coltivazione di arance sorrentine
Esiste una data precisa in cui la storia colloca un vero e proprio inizio della coltivazione di arance a fini di mercato.
É il secolo XIV, ed è da questo momento in poi che la Campania prima e poi il resto del sud Italia comprendono le potenzialità di questi frutti arancioni e succosi.
I Greci e i Romani conoscevano le arance ma le consumavano così come le trovavano sugli alberi.
Fu soltanto nel medioevo che si pensò di sfruttare questa tendenza del territorio trasformandola in una vera e propria industria alimentare.
Le tecniche sviluppate allora sono rimaste fino ai nostri giorni, sebbene aiutate un po’ dalla tecnologia.
Ancora adesso, infatti, la pianta di arancio viene protetta da “gabbie” di legno di castagno, coperte da reti o da stuoie di paglia intrecciata, così da lasciar passare in quantità moderata sole e pioggia ma non i danni del vento.
In tal modo le arance sorrentine maturano con calma, più tardi delle altre, e questo giova al gusto dolce del loro succo, cosa che le rende particolari in Italia.
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Caratteristiche delle arance di Sorrento
L’arancia di Sorrento è il risultato della fusione di due varietà di alberi di arancio: Biondo Sorrentino e Biondo Equense.
Si tratta di piante molto alte (anche fino a 7 metri) che dunque sfruttano al massimo il calore del sole e possono resistere ai venti.
I loro frutti hanno un colore arancione chiaro, quasi un giallo dorato, e come detto maturano più lentamente a causa della tecnica delle gabbie protettive e quindi si possono raccogliere durante quasi tutto l’anno.
Si tratta di agrumi dalla buccia spessa con una polpa molto succosa e poco agre.
Come si usa l’arancia di Sorrento
Il principale utilizzo delle arance sorrentine è quello della preparazione di marmellate.
Proprio la dolcezza particolare di questo agrume lo rende adatto ai dolci e oltre alle conserve si usa per torte, biscotti, scorzette candite e perfino per la preparazione del punch!
Per ottenere questa bevanda – nelle sue due versioni più note – si fa bollire a lungo il succo di arancia sorrentina con cannella e zucchero e dopo, una volta filtrato, viene servito come tisana pomeridiana alla stregua del té inglese.
Ma il punch ha anche una versione alcolica, e si ottiene aggiungendo rum alla bollitura del succo di arancia.
In quel caso va servito in serate particolari, come ad esempio Capodanno o i compleanni.
Ma l’arancia sorrentina è talmente buona che potrai provarla anche così, semplice, spremuta in un bicchiere e con una punta di zucchero.
Non a caso viene servita nei tanti bar disseminati per la penisola durante l’estate e, con qualche cubetto di ghiaccio dentro, diventa un ottimo dissetante istantaneo.